Ecco perché il 90% degli amplificatori modificano (a tua insaputa) il segnale musicale…

“Simmetria Complementare negli Amplificatori Audio: Teoria, Vantaggi e Sfide Pratiche”

Gli amplificatori audio svolgono un ruolo cruciale nell’esperienza di ascolto, portando i suoni al livello desiderato senza comprometterne la qualità. Una tecnica ampiamente utilizzata per migliorare la fedeltà del suono è la simmetria complementare, che da decenni promette vantaggi teorici significativi.

Tuttavia, nell’implementazione pratica, emergono sfide che mettono in discussione la sua efficacia nel ridurre le distorsioni.

Sebbene nel corso degli hanno le tecnologie delle costruzioni elettroniche abbiano fatto passi da giganti mettendo a disposizione componenti sempre più sofisticati, affidabili e precisi, le differenze tra semiconduttori di tipo N (negativo) e quelli di tipo P (positivo), sono ancora oggi tutt’altro che trascurabili, specialmente in campo audio.

La Teoria dietro la Simmetria Complementare

La simmetria complementare coinvolge l’uso di transistor di potenza di tipo opposto, NPN e PNP, nella configurazione push-pull. Questa disposizione consente a ciascun tipo di transistor di amplificare una metà specifica del segnale di ingresso, garantendo un’elaborazione equilibrata delle fasi positive e negative del segnale. Questa strategia offre notevoli vantaggi teorici.

Vantaggi Teorici

1. Riduzione delle Distorsioni di Crossover: Nell’amplificazione tradizionale a simmetria “quasi” complementare, dove entrambi i rami erano dello stesso tipo, ormai quasi del tutto in disuso se non nei moderni amplificatori in classe D, era più complesso mantenere delle topologie circuitali minimali, stabili e con basse distorsioni di crossover.

Sotto questo profilo erano (e lo sono ancora oggi), seppure a scapito dell’efficienza, migliori gli amplificatori con un unico transistor il quale non è intrinsecamente interessato da queste distorsioni in quanto gestisce entrambe le fasi del segnale: è questo il caso dei pregiati amplificatori single end a valvole.

Con la simmetria complementare è più semplice ridurre se non annullare del tutto queste distorsioni, consentendo a ciascun tipo di transistor di lavorare in modo specifico e molto efficiente con una sola fase del segnale.

2. Miglioramento della Linearità: La configurazione push-pull aiuta a ottenere una maggiore linearità del segnale amplificato. Ciò si traduce in una riproduzione più accurata delle frequenze e delle dinamiche originali.

3. Riduzione delle Distorsioni Armoniche: La simmetria complementare può contribuire a ridurre la distorsione armonica totale (THD), garantendo che il segnale amplificato sia più fedele all’originale.

Sfide nell’Implementazione Pratica

Sebbene i vantaggi teorici siano allettanti, l’implementazione pratica della simmetria complementare incontra diverse sfide che nella stragrande maggioranza dei casi

compromette la fedeltà del suono.

1. Discrepanze tra Componenti: Anche i transistor di potenza più accurati possono avere piccole differenze nella loro risposta. Le deviazioni tra transistor NPN e PNP possono introdurre discrepanze sottili ma significative nella risposta dell’amplificatore, portando a vere e proprie distorsioni (modifiche del segnale audio) non desiderate.

2. Variazioni Termiche: Le variazioni termiche possono influenzare le prestazioni dei transistor in modo diverso. Queste differenze termiche possono compromettere la simmetria desiderata e contribuire a generare distorsioni.

3. Distorsioni a Basse Frequenze: A basse frequenze, i transistor di potenza possono incontrare problemi di conduzione asimmetrica. Un diverso guadagno ed una diversa resistenza interna determinano maggiori distorsioni in gamma bassa laddove il segnale audio tipicamente richiede l’erogazione di correnti di maggiore intensità.

4. Dissipazione di Potenza: La simmetria complementare richiede complessivamente un minore consumo di energia per gestire entrambe le fasi del segnale. Tuttavia è necessario mantenere una temperatura di esercizio quanto più bassa e possibile in modo tale da evitare che le differenze tra i due rami si accentuino proprio a causa della temperatura interna dei transistor. Infatti le differenze delle due tipologie di transistor aumentano proporzionalmente alla temperatura e della corrente erogata.

Se per ipotesi i due rami dello stadio finale fossero installate su due identici dissipatori di calore ma separati, noteremmo che a parità di corrente erogata, la sezione P tende a scaldare significativamente di più, confermando ciò che è palesemente riportato su tutti i data sheet (documenti contenenti le specifiche tecniche) dei transistor, ovvero che la loro resistenza interna, oltre ad altri importanti parametri, è sensibilmente più elevata.

Conclusioni

In teoria, la simmetria complementare ormai quasi universalmente utilizzata, promette di essere migliore per la fedeltà del suono degli amplificatori audio. Tuttavia, nella realtà pratica essa presenta problematiche significative legate alla non perfetta simmetria dei transistor di potenza e alle variazioni termiche.

Per quanto ci si affidi ad una progettazione meticolosa, all’uso di componenti altamente abbinati e strategie di raffreddamento efficaci, questi amplificatori non saranno mai in grado di competere con tecnologie in apparenza più vecchie e (sempre in apparenza) meno efficienti, le cui prestazioni sonore sono ad oggi insuperate.

Dove l’obiettivo rimane la ricerca di un suono amplificato che si avvicini il più possibile all’originale, la simmetria complementare è da scartare senza se e senza ma.

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